domenica 18 marzo 2012

Le sovrapposizioni di Anna La Stella.

Storie da Urano ospita un'altra storia d'arte, quella di Anna La Stella che qui racconta il suo piano B.

Anna fotografa dagli anni '70, è giornalista e vive a Milano. Crea opere sovrapponendo le immagini che cattura in giro per il mondo, con la stessa abilità con cui sovrappone il piano A con quello B.

Potete scoprire le opere di Anna La Stella qui e qui.

• Anna La Stella, 4 Bonjour Fellini, Rimini 2010

SDU: Ciao Anna e benvenuta su Storie da Urano, ti formi come giornalista e poiscopri la fotografia, quando e come è nata questa passione?
R: Grazie a te Sonia e, innanzi tutto, auguri per questa tua nuova iniziativa sul web. In realtà la mia prima mansione nel mondo dell’editoria (a metà degli anni Ottanta) riguardava il mondo della fotografia. Per circa una decina d’anni ho lavorato infatti nel dipartimento fotografico di Airone (una rivista allora molto importante dal punto di vista dell’immagine). Parallelamente ho sviluppato il mio amore per la scrittura scrivendo su una rivista per ragazzi (Airone Junior) e negli  anni Novanta sono approdata definitivamente al giornalismo. L’amore per la fotografia è però rimasto e non ho mai smesso di praticare l’esercizio dello “scatto”.



• Anna La Stella, The thinker/il pensatore, New York 2008
SDU: Come giornalista di cosa ti occupi generalmente?
R: Come giornalista oggi lavoro part-time in una testata di viaggi, scrivo diverse rubriche. In redazione sono presente soltanto due giorni e mezzo a settimana, il resto del tempo lo dedico ai miei lavori fotografici.
• Anna La Stella, Impronta, Porto Marghera 2005
SDU: Le tue opere sono un continuo sovrapporsi dove è bello perdersi tra le stratificazioni alla scoperta di nuovi dettagli, quanto c’è di te in questo modo di rappresentare?
R: Le stratificazioni delle mie immagini, che come base hanno sempre lo scatto di un muro, sono per me un fenomeno di ricerca e di continua scoperta. In ogni risultato c’è molto di me: il gioco, la sofferenza, la curiosità…
• Anna La Stella, Pax semper incerta est, Roma 2003
SDU: Le foto rappresentano il “qui ed ora” immortalato in pochi centimetri quadri, mentre delle immagini sovrapposte vanno ben oltre, come scegli le immagini? Sovrapporre non è cosa semplice perché tutto può diventare altro, qual’è il tuo metodo?
R: Sì, credo che un’immagine elaborata con tanti dettagli, evidenti o accennati, conduca a un messaggio in divenire. Il muro, che di per sé è una presenza forte, imponente, bloccante, è anche qualcosa di effimero, che può cadere, sbriciolarsi, portare con sé i segni del tempo o quelli di un passaggio… I rimandi quindi sono tanti, tantissimi, da quelli geografici di confine a quelli più interni che si erigono e si sgretolano dentro di noi. La mia tecnica è un esercizio di stile che richiede pazienza, un canovaccio su cui inserisco continui giochi di luce, di colore, di lievi spostamenti, a volte appena percettibili, altre volte più evidenti.
• Anna La Stella, Viaggio a Napoli, Napoli 2010


// Fine prima parte.

Leggi la seconda parte dell'intervista.

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