giovedì 26 aprile 2012

Così parlò Nurant • Prima parte

Nurant parla per immagini. Anche se il verbo "parlare" non è azzeccato per questo web magazine che lascia libero spazio al lavoro di illustratori e street artist. 

L'idea è di Sonia Mion, Nicola Iannibello e Sergio Caruso, due grafici e un illustratore che Storie da Urano ha incontrato per scoprire questo progetto che comprende anche gli eventi-performance e una pubblicazione cartacea, ha cadenza bimestrale e ogni numero affronta un tema diverso.


SDU: Ciao Sonia, Nicola e Sergio e benvenuti su Storie da Urano, in questa intervista vorrei scoprire com’è nato il progetto Nurant ma prima vorrei sapere un po’ più di voi. A parte questo progetto che vi vede coinvolti, di che cosa vi occupate?
R: Ciao Sonia, grazie per averci contattato e dell'interesse per il nostro progetto. Come ogni trio che si rispetti, prima di essere dei veri “nuranti”, ci lega la nostra amicizia decennale. Professionalmente abbiamo intrapreso strade simili, che ci hanno portato a occuparci di grafica e illustrazione.
Sergio lavora nel campo della grafica come freelance, Sonia e Nicola hanno fondato lo studio  VENTIZERONOVE, che si occupa sopratutto di grafica stampata, con particolare interesse all'editoria.


SDU: Come vi siete incontrati?
R: Come dice una nostra amica, “Milano like Martina Franca”. Pur provenendo da aree geografiche differenti, la città ci ha fatti incontrare, e nel 2011 è nato il progetto Nurant. Una sera, tra un bicchiere di vino e l'altro, Sergio, in stato poco lucido e con lo sguardo alla Clint Eastwood, dice a Nicola: “Facciamo un magazine di illustrazione, che in Italia... non ce ne stanno!”
Per il resto parlano le immagini. Sotto pressione psicologica di Sonia, i due uomini cedono, la incastrano e la coinvolgono nel progetto.


SDU: Definite Nurant una lente d’ingrandimento sulle nuove formiche, a parte che mi viene in mente quel macabro gioco che si faceva da piccoli (…bruciare le formiche con la lente d’ingrandimento colpita dai raggi del sole… ) chi sono le vostre formiche?
R: Noi le formiche non le bruciamo, ma le mettiamo sotto una lente d'ingrandimento metaforica, il magazine, per renderle più visibili. Le nuove formiche sono gli illustratori che ospitiamo, ma anche noi stessi. 


Persone che provano a fare qualcosa di bello perché ne sentono l'esigenza, e quindi cercano di mettere ogni giorno un nuovo tassello per realizzare il mosaico che hanno in testa. Per fortuna durante il percorso si incontrano altre formichine laboriose ed entusiaste, e allora l'impresa appare più fattibile.


SDU: La revista Rojo è stata antesignana di questo genere di prodotti editoriali: il loro progetto si è notevolmente sviluppato negli anni, come se fosse un nuovo modo di fruire l’arte. Per voi Nurant è un magazine "per non sapere né leggere né scrivere", che parla prevalentemente per immagini: chi è il “lettore” tipo?


R: Rojo, come tante riviste, include l'illustrazione in un contenitore più ampio. Noi, con Nurant, abbiamo voluto che il focus fosse esclusivamente l'illustrazione. Non vogliamo riferirci a un lettore tipo, o meglio non ci rivolgiamo a un pubblico di “addetti ai lavori”. Proprio perché un'illustrazione è in grado di raccontare una storia a chiunque, anche il nostro magazine pensiamo possa parlare a un pubblico molto eterogeneo. Un'illustrazione che resta chiusa nel giro degli illustratori perde la sua forza. Il nostro impegno è spingerla fuori.


SDU: Ogni numero è caratterizzato da un tema, come lo scegliete?
R: I temi hanno uno spettro molto ampio, sono scelti scelti in maniera empatica, prendendo spunto da ciò che ci gira intorno. L'idea può partire da uno di noi tre, per poi essere condivisa e, se è il caso, sviluppata. Può essere un pensiero che ci frulla per la testa, uno spunto che cogliamo dalla città, dall'arte, dalle persone. Quello iconografico è un linguaggio talmente potente che talvolta restiamo stupiti da quanto diversa possa essere l'interpretazione del tema da parte degli artisti. Ci accorgiamo che da una sola parola possono emergere storie e visioni infinite. A quel punto siamo spinti a osare sempre di più, perché ci rendiamo conto che non ci sono regole e tutto può diventare “tema”, se messo in mano alle persone giuste e in un contesto di totale libertà espressiva.



Potete scoprire Nurant qui o sulla loro pagina Facebook.


Il prossimo evento di Nurant si terrà il 3 maggio al Cinema Spazio Gloria di Como, per presentare "Silent" il nuovo numero della rivista. Ne parleremo meglio nella seconda parte di questa intervista. 


// Leggi la seconda parte del'intervista.

Tutte le immagini di questo post sono di Nu®ant.




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