giovedì 7 giugno 2012

Cecilia non trovava le scarpe giuste. Così, le ha create: CB Made in Italy • prima parte


Ho una sfacciata adorazione per le scarpe, soprattutto per quelle basse perché con loro mi sento sempre a mio agio. È così che ho scoperto CB Made In Italy: un’intera collezione di scarpe rigorosamente basse. Ho poi scoperto che queste slippers completamente made in Italy sono nate da un’esigenza tanto semplice quanto essenziale: la sua ideatrice, Cecilia Bringheli, non trovava delle scarpe basse che le piacessero. Così, le ha disegnate lei. 

Che carattere, mi son detta, è una storia perfetta per SDU, devo intervistarla. Ecco fatto.



SDU: Ciao Cecilia e benvenuta su Storie da Urano, come e quando hai scoperto che avresti potuto dare alla luce una tua collezione?
R: Ho finito il liceo ed ho cominciato subito a lavorare in un ufficio stampa e pubbliche relazioni a Milano, dopo un’esperienza di un anno, ho deciso di andare a NY, dove ho lavorato, sempre come pr per 3 anni. Finita l’esperienza newyorkese, sono tornata Milano dove ho lavorato prima da Luisa Beccaria e poi da Pinko, sempre come PR. Mentre lavoravo da Pinko, ho deciso di cominciare a fare scarpe e l'idea è nata da una semplice esigenza: non trovavo scarpe basse da donna che mi piacessero, a parte le ballerine… 


Allora ho deciso di farle io disegnando delle scarpe basse e comode, di altissima qualità, fatte a mano, che potessero essere modernamente senza tempo e divertenti anche perché possono esser fatte di tutti i colori e fantasie, sono utilizzabili in quasi tutte le stagioni e adattabili a qualunque mood di una donna e di un uomo!
Lo facevo di sera e nei fine settimana, finché a Natale 2010 ho deciso di lasciare il lavoro da Pinko per dedicare tutto il mio tempo a quello che era diventato il mio sogno.


SDU: Lavoravi nella comunicazione del sistema moda, un meccanismo indispensabile ma ormai del tutto industrializzato nel suo essere funzionale. Sicuramente avrai fatto tesoro e ciò che facevi ti è utile nella tua impresa, ma c'è qualcosa che proprio non salveresti e non adotteresti mai in CB Made In Italy?
R: CB Made in Italy cercherà di interpretare e dare voce a clienti consapevoli che capiscono la qualità.
Pur nella collaborazione con marchi che stimiamo molto come Missoni, ci riserviamo sempre il diritto di veto rispetto alle proposte che riceviamo dai brand con cui lavoriamo, così come non produciamo scarpe con strani disegnini  "teschi, stelline, porcellini"  come certi nostri stimati colleghi, di cui però abbiamo l’impressione si rivolgano soprattutto a un pubblico americano, mentre noi, per lo meno da un punto di vista ideale, sicuramente più ad uno italiano o europeo.


SDU: CB Made In Italy nasce da un puro bisogno: hai creato ciò che non riuscivi a trovare per te. L’hai pensato, progettato e realizzato. Pensi di avere altre insoddisfazioni del genere o semplicemente in un futuro vedremo collezioni di altro genere?
R: Innanzitutto ho fatto 4 nuovi modelli invernali che ho esposto a Palazzo Morando per il progetto Vogue Talents in collaborazione con thecorner.com durante la settimana della moda dello scorso Febbraio 2012.


Ho anche molte altre idee che vorrei sviluppare, per esempio borse, cinture, portafogli e molto altro. Diciamo tutto ciò che cerco da sempre e che non trovo mai in giro: Chic ma semplice. Quello che definisco buon gusto.



// Fine prima parte

L'intera collezione CB Made in Italy è acquistabile qui, sul suo sito.


Nessun commento:

Posta un commento