Constantin nasce a Poggibonsi, Siena, nel
1974. Nel 1999 si diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti. Ha vissuto in
molti posti: Siviglia, Granada, Milano, in Valtellina e ora vive a Varese dove
insegna al liceo artistico e conduce la sua ricerca pittorica.
È rappresentato dalla galleria Spazio Anna Breda di Padova.La pittura, come scoprirete, non è il suo
piano B. È il suo piano e basta. È la sua vita. Constantin è un artista –
molto bravo a mio parere – e come tale trae dalla vita stessa l’ispirazione
pura per il suo lavoro.Constantin si trova qui constantinmigliorini.com ed è rappresentato da spazioannabreda.com
• Autoritratto di Constantin sulla serie "Mosche" |
• Una Lei - 2010 - olio e acrilico su tela, Constantin Migliorini |
SDU: Definiresti la pittura il
tuo piano B?
R: No la pittura è sempre stato il mio piano A:
l’ho sempre messa ai vertici delle mie prime priorità, nel bene e nel male, tra
alti e bassi, posso
tranquillamente dire che è come
l’aria che respiro, necessaria anche se ciò parrebbe assurdo. Il mio interesse
per l’arte è essenzialmente una continua conoscenza tra me stesso e il mondo
che vivo, in un intrecciarsi di esperienze. L’arte senza un legame stretto con
la vita non avrebbe senso. Un’artista cerca di realizzare una propria visione del
mondo, tra dubbi e fatiche, ascese ed estasi immerso in una sorta di missione,
come un prete, una volta immerso dentro non ci esci più, per questo non può essere
un piano B. Però la lettera B spesso ritorna nei miei lavori, perché i corpi
che dipingo spesso mostrano il loro lato B nascondendo talvolta la faccia,
quindi possiamo dire che la pittura è anche il mio piano B!
• Un'opera al lavoro, studio di Constantin |
SDU: I tuoi quadri narrano
storie, questa tecnica molto personale e a tratti intimistica è un po’ il tuo
marchio di fabbrica, usi dei modelli?
R: I modelli che uso
sono stati al principio amici, me stesso, fidanzate, parenti e tutti coloro che
mi suscitavano interesse o che conoscendoli bene mi aiutavano dal punto di
vista espressivo facilitandomi nella lettura psicologica. Ho dipinto molto dal
vero, ma oggi preferisco le foto, dove posso avere spunti con un maggiore
distacco emotivo e meno ansia di prestazione, pertanto uso tutto ciò che mi
capita a tiro, certo selezionando a dovere.
• Constantin e Invidia-ta - 2011 - olio e acrilico su tela |
Non m’importa necessariamente
conoscere un soggetto, anche perché quello che dipingo è solo un pretesto per
raccontare me stesso, dando vita all’intangibile, come se esistesse una specie
di mondo parallelo, ma che non vediamo, scaturito da noi stessi, frutto delle
esperienze accumulate in chissà quale meandro del sub-conscio o sinapsi
cerebrale, che dialoga con l’apparente fisico. Quello che creo si può definire
certamente intimistico, in una dicotomia tra l’essere e l’apparire tra mille
contorsioni mentali.
• Anonimo 017 - 2009 - olio e acrilico su tela e pennarello su acetato, Constantin Migliorini |
SDU: Adoro il pattern cromatico che usi, sembra che i tuoi quadri sussurrino. Secondo te cosa dicono? R: Sussurrare è la parola giusta, non voglio gridare per farmi notare, non uso un rosso solo per richiamare attenzione ad hoc per fini commerciali, preferisco quelle gamme cromatiche “timide”, con piccole variazioni tonali dal grigio-verde all’azzurognolo, dai violetti ai blu prussia, tinte fredde, perché ho bisogno di un distacco con colui che guarda, non voglio facili compiacimenti, desidero che chi osserva entri nel dipinto in punta di piedi, piano piano, come in una chiesa, dove l’atmosfera ti spinge a parlar piano, ad avere rispetto, invitandoti a riflettere umilmente, indipendentemente dal soggetto, per capire ciò che è difficile da comprendere. I colori freddi nell’esperienza di vita di ognuno, hanno dei significati certi provati, conducono senz’ombra di dubbio verso la riflessione, il crepuscolo, la decadenza, quei sentimenti dolorosi, come angoscia, solitudine, o come la routine, per arrivare infine alla morte, che di per sé non è di certo calda.
• Lo studio di Constantin Migliorini |
L’uso del colore per me ha una connotazione filosofica legata a una mia idea sul senso della vita, ma nelle stesso tempo cerco di affrontare tali complessi argomenti con l’ironia, che tenta sempre di sdrammatizzare o di esorcizzare, per questo inserisco spesso elementi zoomorfici grotteschi ad esempio legati a una simbologia popolare, figure improbabili che vanno in maniera irrazionale a interagire con i corpi fisici che sono i protagonisti principali nella mia opera, stratificandosi come in un diario personale su ogni corpo dipinto.
• Constantin Migliorini |
R: Non ho una mia opera preferita, ci sono lavori meglio riusciti di altri, ma me ne accorgo solo dopo molto tempo, riguardandoli magari in momenti casuali. Succede che un’opera in un arco di tempo mi appaia valida e bella, dopo però in un’altra occasione mi accorgo che non sia così ben realizzata… può farmi persino schifo, innescandomi delle frustrazioni incredibili. Non so se perdo la lucidità, ma credo che dipenda dalla recettività a seconda delle circostanze, dipende dagli umori, ma credo anche che potrebbe succedere qualcosa come in Dorian Gray di Oscar Wilde o nel Capolavoro sconosciuto di Balzac, cioè è il quadro a mutare avendo vita propria o noi stessi? Chissà, forse tutti e due. Ma voglio cercare di rispondere alla domanda, il mio lavoro più o meno preferito è uno degli ultimi: Lui Anonymus, un dipinto a olio su lamiera, un ritratto di un amico che avrebbe potuto fare il ballerino, mentre un capolavoro assoluto tra tanti potrei dire un autoritratto di Rembrandt da vecchio, commovente per l’intensità dello sguardo, bellissimo dal punto di vista materico pittorico, che fa vibrare la luce sulla carne in maniera vera, sentita, un dipinto eccezionale che ha saputo muovere le mie corde emozionali come non mai. Un genio.
• Rembrandt, autoritratto |
Potete continuare a vedere le opere di Constantin sul suo sito constantinmigliorini.com
Constantin è rappresentato dalla Galleria Spazio Anna Breda di Padova spazioannabreda.com
// Leggi la seconda parte intervista
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